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La quercia si è abbattuta nel bosco
composto e disperato Amo la tua pacata saggezza l’ironia e l’umorismo che ogni tanto trapelano filtrando il tuo estremo sconforto Amo la tua profonda timida cultura che emerge solo se insistentemente richiesta Amo i tuoi occhi di anziano fanciullo che mi inseguono furtivamente e che mi chiedono con innocenza: perché?
Gli occhi:
lo specchio dell'anima.
da grandi braccia che mi avvolgano sicure. Ho voglia di teneri baci che mi riportino alla dimenticata infanzia. Ho voglia di un caldo grembo materno dentro cui pigramente fluttuare per poi rinascere.
Come un fiore
appassito
Dove sono i tuoi profondi occhi di carbone ardente? Sono, ora, fossa disperate che mal si celano dietro un fittissimo barlume di ostentata serenità.
vi prego, non mi svegliate voglio far fluttuare la mia
essenza e vagare avvinta al collo dell’unicorno; tornerò, non temete, ma per ora lasciatemi dormire.
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